
Psicoterapia Psicoanalitica per adulti, adolescenti e giovani adulti
Cos’è la Psicoanalisi?
Un procedimento per l’indagine dei processi psichici cui altrimenti sarebbe pressoché impossibile accedere
Un metodo terapeutico basato su tale indagine
Una serie di conoscenze psicologiche acquisite per questa via che gradualmente si assommano e convergono in una nuova disciplina scientifica
(Freud, 1923)
Cos’è la Psicoterapia Psicoanalitica?
Per cura psicoanalitica si intende l’utilizzo a scopo terapeutico della Psicoanalisi.
Il classico metodo psicoanalitico, sviluppato inizialmente da Freud e in seguito arricchito dagli apporti degli psicoanalisti successivi è saldamente ancorato nella teoria psicoanalitica del funzionamento psichico. La sua efficacia clinica è stata ampiamente verificata in tutto il mondo dagli innumerevoli trattamenti analitici effettuati dai tempi di Freud ai giorni nostri e dalla ricerca scientifica (clinical trials).
La psicoterapia psicoanalitica è un lavoro a due, che avviene in un ambiente protetto e non giudicante, in cui il paziente e l’analista collaborano nel ricostruire il significato e il senso inconscio di alcuni modi di essere che il primo desidera modificare, dei suoi pattern relazionali, dei suoi sintomi e delle sue sofferenze. Mentre il paziente si racconta, lo psicoanalista mette in atto un tipo di ascolto particolare,, che permette di cogliere le modalità inconsce tramite cui l’analizzando ripete gli stessi schemi e struttura i suoi sintomi. Mentre emergono i collegamenti ed i significati, il passato viene rivissuto e tradotto in parola ed affetto nel presente della relazione analitica, affichè sia possibile modificare il futuro.
Tale provesso favorisce un nuovo inizio, aiutando l’individuo a riparare ciò che è stato e ripartire laddove lo sviluppo psichico si è inceppato, fino a riscrivere a posteriori il senso affettivo della storia del paziente.
Queso tipo di cura, intervenendo sulle radici profonde degli eventi psicichi, è in grado di modificare il destino di una persona, oltre che ad aiutarla a gestire meglio il proprio presente prendendo le distanze dalle forze inconsce che ne determinano il disagio. Tali forze possono essere dunque finalmente padroneggiate e messe al serivizio degli obiettvi e degli interessi più sani del paziente.
La psicoanalisi è una modalità di trattamento basata sull’esplorazione dei fattori che determinano i comportamenti e le emozioni (e di cui le persone non sono consapevoli). Questi fattori inconsci possono essere causa di condizioni stressanti e d’infelicità. A volte si manifestano come sintomi veri e propri, in altri casi determinano tratti di personalità problematici, difficoltà lavorative, affettive e relazionali, disturbi dell’umore o dell’autostima. La causa del malessere è determinata dunque da elementi patogeni inconsci e per questo motivo i consigli di parenti o amici, la lettura di libri d’auto-aiuto ed altri tentativi del genere sono destinati adare sollievo.
Questo tipo di psicoterapia, infatti, tende a raggiungere le radici più profonde del sintomo che si situano spesso nell’infanzia, intervenendo dunque sulle cause piuttosto che sugli effetti.
Un desiderio di conoscersi meglio e di funzionare meglio nel mondo può essere una motivazione sufficiente per intraprendere una psicoanalisi.
grado di rivelare in che modo i fattori inconsci influiscono sulle relazioni attuali e sui “pattern” di comportamento e, favorendo collegamenti con le origini storiche, può mostrare come questi fattori si sono sviluppati nel tempo (aiutando l’individuo a gestire meglio la propria realtà attuale)
Il classico approccio psicoanalitico, saldamente radicato nella teoria e verificato nella pratica, viene frequentemente banalizzato da una cultura sempre più guidata dall’idea del “tutto e subito”, che porta a desiderare, cercare e trovare dei “rimedi magici e veloci”. Rimedi che però spesso sono solo veloci e temporanei poiché in molti casi le fonti del dolore psichico e del disagio psicologico sono situate al di là del raggio d’azione di tali soluzioni.
Oltre quindici anni di esperienza personale e professionale mi hanno insegnato che una buona psicoterapia psicoanalitica è in grado di cambiare il destino di una persona. Il particolare metodo di ascolto permette ad uno psicologo psicoterapeuta con formazione psicoanalitica di cogliere le potenti e complesse modalità con cui una persona inconsapevolmente ripete gli stessi schemi. Invitando il paziente a pensare, raccontare e riflettere si sviluppa un dialogo all’interno di una relazione unica e particolare che, mentre svela le forze segrete della mente, crea le condizioni affinché un effettivo processo di cambiamento possa realizzarsi.
non prescinde dagli aspetti conoscitivi relativi al proprio inconscio e al proprio funzionamento psichico, ma ne fa strumento di cura – anche se non si limita ad essi – “E’ invero titolo di gloria del lavoro analitico che in esso indagine e trattamento coincidano” (Freud, 1912a).
La conoscenza dell’inconscio a cui mira la Psicoanalisi, per dispiegare la sua efficacia sul piano prettamente clinico, deve implicare un legame tra gli aspetti cognitivo-conoscitivi sopra menzionati e quelli emotivo-pulsionali. Il recupero di tale legame permette all’apparato psichico di significare affetti ed impulsi prima slegati e incontenibili o incomprensibili e di “metabolizzare” (Conrotto, 2004) elementi non significati, muti e “traumatici” della propria vita psichica. Tale recupero e tale trasformazione possono essere effettuati solamente tramite l’immersione all’interno del campo relazionale (Baranger, 1961), reale e fantasmatico, che si instaura tra i due protagonisti della situazione analitica, il paziente e l’analista.
Condizione di possibilità della situazione analitica è il setting (Bleger, 1967), cioè l’insieme delle costanti che fanno da cornice al processo analitico, quali gli orari, i giorni, il luogo e la durata delle sedute, gli accordi economici e l’alleanza terapeutica (Zetzel, 1974).
Uno dei meccanismi principali di azione della Psicoterapia Psicoanalitica è connesso alla riedizione, all’interno dello spazio protetto del setting, delle antiche relazioni oggettuali e dei conflitti ad esse legati (nevrosi di transfert, Freud, 1914), che il soggetto ripete nella vita e nella situazione analitica.
Grazie all’attivazione di questo meccanismo psichico si rendono progressivamente presenti in seduta, e quindi analizzabili e risolvibili, le formazioni psichiche che danno luogo ai sintomi, alle inibizioni e alle disarmonie caratteriali.
L’unicità della situazione analitica è determinata proprio dall’ambizione e dalla possibilità di rendere presenti, e quindi rappresentabili (re-praesentatio significa rendere presente, Derridà, 1987), tramite il delicato lavoro sul transfert e sul controtransfert, reso possibile dall’analisi didattica dello psicoterapeuta psicoanalitico, gli antichi e sempre vivi moti psichici inconsci che danno luogo alla sofferenza del soggetto. Se infatti il fine ultimo della cura è quello di rendere possibile la conquista progressiva dell’Es da parte dell’Io (Freud, 1933), è anche vero che “nessuno può essere battuto in absentia o in effigie” (Freud, 1912b), e che è necessario dunque dare modo agli elementi inconsci di presentarsi, esprimendosi e risignificandosi attraverso le forme prestate dalla situazione analitica: “rendiamo la coazione a ripetere innocua o addirittura utile quando le riconosciamo il diritto di far quello che vuole entro un ambito ben definito. Le offriamo la traslazione come palestra in cui le è concesso di espandersi in una libertà quasi assoluta e dove le viene prescritto di presentarci tutti gli elementi pulsionali patogeni che si nascondono nella vita psichica dell’analizzato. Se il paziente è tanto compiacente da rispettare le condizioni indispensabili per la continuazione stessa del trattamento, ci riesce in genere di dare un nuovo significato a tutti i sintomi della malattia in base alla traslazione facendo in modo che la normale nevrosi sia sostituita da una “nevrosi di traslazione” dalla quale il paziente può essere guarito mediante il lavoro terapeutico. La traslazione crea così una provincia intermedia tra la malattia e la vita, attraverso la quale è possibile il passaggio dalla prima alla seconda (Freud, 1914)”.
Grazie al lavoro teorico-clinico effettuato dagli psicoanalisti post-freudiani possiamo ad oggi lavorare sulla base di una concezione dell’inconscio “allargata” rispetto a quella prettamente freudiana, che ci permette di cogliere due diversi tipi di derivati dell’inconscio: quelli “classici”, di natura linguistica e frutto della rimozione, e quelli più primitivi, preverbali e presimbolici. Se i primi “parlano” attraverso i sintomi nevrotici, le fantasie e i sogni, i secondi, più antichi a livello cronologico e formale e legati ai primi anni di vita dell’essere umano, si manifestano tra le pieghe degli affetti-sensazioni (Racalbuto, 1944), degli agiti impulsivi, dei sintomi somatici, dei silenzi, del ritmo del discorso (Golinelli, 2009) e delle defaillance e dei vuoti di pensiero.
Il transfert rappresenta quindi in questo senso un’occasione per una lenta e parziale ritrascrizione della memoria che il cognitivismo denomina come procedurale, immagazzinata durante i primi anni di vita, non solo inconscia ma anche preverbale, che determina il modo di esperire e di relazionarsi a sé e gli altri (Costantini, 2003).
Tale lavoro procede contestualmente con quello di bonifica, tramite il lavoro dell’inconscio dello psicoanalista, delle angosce non pensabili del paziente, che vengono progressivamente trasformate e restituite a quest’ultimo in forma assimilabile e meno dolorosa (Bion, 1962).
In questo senso un trattamento analitico, concepito come un’“esperienza emotiva correttiva” (Alexander et al., 1946), può, secondo alcune teorizzazioni, favorire un “nuovo inizio” che contempli finalmente l’emersione del “vero sé” (Winnicott, 1959),
Un trattamento analitico riuscito permette dunque da una parte di ricostruire il fantasma di desiderio già presente nella vita psichica del soggetto e rimosso, che ne guida il comportamento esteriore, depotenziando la spinta pulsionale della coazione a ripetere, e dall’altra di costruire, su tracce mnestiche labili o inesistenti, nuovi affetti e rappresentazioni, tessere la trama del tessuto psichico laddove traumi o vicende avverse possono avere lasciato la propria ombra, andando così a restituire integrità e senso di continuità al Sé.
Gli obiettivi della Psicoterapia Psicoanalitica secondo McWilliams (1999) sono i seguenti: attenuazione dei sintomi; comprensione di sé, che arricchisce la soggettività e dona la sensazione di trovare il senso della propria sofferenza e della propria storia; aumento del senso di controllo sulla propria vita e sui propri impulsi; rafforzamento del senso di identità, ovvero della percezione di continuità, di pienezza e di coerenza del Sé e della possibilità di riconoscere i propri desideri e i propri bisogni; raggiungimento di un’autostima solida e stabile; rafforzamento della capacità di riconoscere e padroneggiare i propri sentimenti e di utilizzare la raggiunta “intelligenza emotiva” nelle relazioni con gli altri; consolidamento delle capacità di far fronte alla vita, alle sue difficoltà e alle sue sfide, in modo adattabile e realistico, senza intercorrere nell’esperienza interna di frammentazione e annichilimento; consolidamento della capacità di amare, lavorare e dipendere in modo maturo, con la libertà di entrare in contatto con gli altri senza eccessive angosce o inibizioni, ma anche di organizzare la naturale dipendenza umana al servizio dei propri interessi migliori; rafforzamento della capacità di provare piacere e serenità genuine.
Vale inoltre la pena di menzionare, tra gli obiettivi della Psicoterapia Psicoanalitica, la modificazione delle difese intrapsichiche, che permette l’instaurazione di una modalità di funzionamento psichico più evoluta in ogni campo della vita, e la rielaborazione e il superamento di traumi ed eventi avversi, nonché il depotenziamento della coazione a ripetere situazioni disfunzionali e condizioni di “scacco” e fallimento che mettono a repentaglio la propria realizzazione. Appare infine degno di nota, a livello di funzionamento strutturale, il rafforzamento dello “schermo antistimolo” (Freud, 1920), che permette all’apparato psichico di gestire le stimolazioni piacevoli e dolorose provenienti dal mondo interno ed esterno senza esserne sopraffatti.
A seconda delle caratteristiche sintomatiche e strutturali del paziente, esaminate ed identificate durante i colloqui prelimari, la frequenza delle sedute può essere valutata e concordata in trisettimanale, bisettimanale o settimanale, mentre la durata delle stesse è sempre di 50 minuti; può essere utilizzato il lettino oppure la posizione vis-à-vis. Ovviamente la maggiore frequenza delle sedute consente un aumento della profondità del lavoro sul mondo interno, unitamente alla possibilità di giungere al più alto livello possibile di sviluppo e cambiamento (McWilliams, 1994), ovvero al mutamento strutturale dell’assetto psichico (Kernberg, 1999). La Psicoterapia Psicoanalitica ha durate variabili, anche se i miglioramenti sul piano sintomatico si possono verificare in tempi brevi, pur non prevedibili a priori.
Indicazioni per la Psicoterapia Psicoanalitica
In quanto “scienza dell’inconscio”, la Psicoanalisi è implicata in ogni campo del sapere in cui questo è all’opera, e secondo Freud “può divenire indispensabile per tutte le scienze che studiano la storia delle origini della civiltà umana e delle sue grandi istituzioni, come l’arte, la religione e le istituzioni sociali” (Freud, 1926).
L’uso terapeutico dell’analisi è soltanto una, sebbene la principale, delle sue applicazioni. Essendo il fine ultimo della Psicoterapia Psicoanalitica la rappresentazione e la simbolizzazione degli elementi inconsci, verbali o preverbali, questa risulta sicuramente il trattamento di elezione nel caso in cui il soggetto desideri primariamente conoscersi meglio, ampliando la propria soggettività e conferendo un senso più ricco al proprio comportamento e agli eventi che caratterizzano la propria vita, anche, eventualmente, al fine di effettuare scelte maggiormente consapevoli.
La Psicoterapia Psicoanalitica può inoltre essere utile nei casi in cui il paziente desideri spendere nell’ambito della propria attività lavorativa/professionale l’ampliata conoscenza della vita psichica propria e altrui e l’affinata sensibilità per i processi inconsci (che si tratti di una professione di aiuto, quali la professione medica e quelle assistenziali, di una professione educativa, di una professione artistica o creativa, o di altra professione intellettuale). Una delle mete del trattamento analitico è infatti quella di potenziare la sublimazione (1912a), mettendo a disposizione dei processi creativi e intellettuali le istanze pulsionali prima utilizzate in modo disfunzionale.
A livello terapeutico la Psicoterapia Psicoanalitica è indicata per un‘amplissima serie di condizioni psichiche e psicopatologie, essendo oggetto fondamentale di interesse terapeutico dello psicoanalista non tanto il modo, spesso mutevole e fuorviante, in cui l’Io ha organizzato il sintomo o la struttura caratteriale, quanto i meccanismi psichici che ne stanno alla base; uno stesso sintomo o un medesimo tipo di organizzazione caratteriale possono essere esiti di conflitti e assetti interni completamente diversi, pur essendo accomunati da alcuni meccanismi psichici similari, mentre sintomi e strutturazioni caratteriali apparentemente differenti possono essere manifestazioni di assetti pulsionali e conflittuali comuni. L’oggetto della Psicoanalisi è l’unicità dell’individuo con il suo mondo interno, il suo personale desiderio, conscio e inconscio, la sua storia e il suo modo di elaborarla e interpretarla – unici e irripetibili – e l’originale organizzazione degli elementi psichici che lo caratterizza: la Psicoanalisi è la “scienza del particolare” (Recalcati, 2007), non riducibile oltremisura alle manifestazioni sintomatiche o comunque femoneniche della realtà psichica. Indicazioni di massima per la Psicoterapia Psicoanalitica sono dunque, indipendentemente dal tipo di sintomo o di sofferenza soggettiva, il desiderio di comprendersi o comunque la possibilità di mettere in discussione alcuni aspetti del proprio modo di interpretare se stessi e la realtà esterna e la predisposizione a pensare in termini di stati psichici e di significati, astraendo dalla realtà concreta del mondo esterno.
Per un elenco, non esaustivo ma esemplificativo, delle condizioni psichiche di cui ci si occupa presso lo Studio Canepa – Psicoanalisi e Ricerca, si consiglia di consultare la pagina relativa alla Consulenza Psicologica.
Efficacia della Psicoterapia Psicoanalitica
L’efficacia della Psicoterapia Psicoanalitica è ad oggi supportata da numerosi studi internazionali, condotti secondo la metodologia “gold standard” della ricerca clinica, ovvero i randomized clinical trials. Tali studi, a fronte dell’innegabile merito di mantenere forti standard scientifici, ispirandosi ad un approccio nomotetico, orientato a cercare leggi e regolarità generalizzabili, sono utilmente integrati da studi di tipo idiografico, interessati a cogliere e studiare la specificità di un singolo trattamento psicoanalitico a partire da molteplici vertici, tra cui quello dell’efficacia. Per quanto riguarda il secondo tipo di studi si segnala la Rivista della Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica.
Per quanto riguarda invece il primo tipo di studi, una metanalisi di Leichsenring et al. (2008), che raccoglie i risultati di 23 studi (12 RCTs e 11 osservazionali), riporta che la Psicoterapia Psicoanalitica a lungo termine ha un’efficacia superiore a livello di attenuazione della portata dei sintomi, funzionamento sociale e funzionamento della personalità (in pazienti affetti da disordini della personalità e/o dai più comuni sintomi psicopatologici, quali disturbi depressivi, disturbi d’ansia e di panico, disturbi alimentari, disturbi somatoformi etc) rispetto ad alcuni trattamenti di durata inferiore. L’efficacia terapeutica inoltre sembra aumentare se valutata ad un certo intervallo di tempo, solitamente della durata di anni, dalla fine del trattamento. Tali risultati sono stati confermati dal lavoro di de Maat et al (2009), una review sistematica che prende in considerazione i risultati di 27 studi empirici. Uno studio di Shedler (2010), che riporta i risultati di un’ampia serie di lavori similari, dimostra che la Psicoterapia Psicoanalitica è efficace su un’ampia serie di condizioni psichiche e che i risultati terapeutici di tale trattamento sembrano amplificarsi dopo la fine del percorso terapeutico. Questo fenomeno sembrerebbe essere dovuto, secondo Clarkin et al. (2007), al fatto che nella Psicoterapia Psicoanalitica i risultati terapeutici osservabili sono mediati da stabili cambiamenti nei meccanismi psichici che li sottendono. Particolarmente interessanti a livello clinico sono due studi riportati da Shedler (Clarkin et al., 2006 e Cogan et al., 2005), che dimostrano come al termine dei trattamenti psicoanalitici i pazienti presentino non solo un’attenuazione delle manifestazioni sintomatologiche ma anche un potenziamento della salute mentale globale, intesa come capacità di empatia, capacità di prendere in considerazione più punti di vista, anche quando le emozioni si fanno intense, capacità di considerare le conseguenze delle proprie azioni, capacità di trovare conforto in se stessi, capacità di esprimersi, capacità di percepire accuratamente e in maniera equilibrata le persone e le situazioni, capacità di raggiungere i propri obiettivi, di utilizzare al meglio le proprie risorse e i propri talenti e di godere delle sfide e dei successi, assertività interpersonale e capacità di venire a patti con le esperienze dolorose passate, di trovare senso in esse e crescere grazie ad esse.
E’ in ogni caso importante sottolineare come talora la Psicoterapia da sola non sia sufficiente a risolvere alcuni dei sintomi manifesti e che in talune situazioni di particolare gravità, o qualora il paziente viva un urgente bisogno di attenuare la sofferenza legata alle manifestazioni sintomatologiche, sia opportuno affiancare al lavoro di comprensione e di modificazione della struttura psichica un trattamento psicofarmacologico che ne alleggerisca la portata in breve tempo.
Per tali necessità la Dott.ssa Canepa si avvale della collaborazione di colleghi Psichiatri di fiducia.

Psicoterapia Psicoanalitica per l’Adulto
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